27 febbraio 2011

Luceat eis

CLAUDIA aveva incontrato Ofelia casualmente, nell'attività commerciale in cui quest'ultima lavorava. Ogni tanto Claudia passava a salutarla, niente di più.

Un giorno Ofelia chiede a Claudia se poteva suggerirle dove prendere informazioni per abortire. Claudia le ha risposto di essere contraria all'aborto: come può una madre sopprimere la creatura che porta nel grembo? Ofelia si dice d'accordo, anche lei lo trova brutto, ma si stava rassegnando perché tutti le dicevano di abortire.

D'altra parte lei ha un lavoro precario, il compagno anche peggio. Certo, da tempo lui le diceva che sarebbe stato bello avere un figlio, e quando lei gli ha annunciato di essere in attesa lui era stato anche contento. Ma il giorno dopo le disse di averci pensato, che non era proprio il momento, senza casa, senza soldi... insomma, doveva abortire.

E così i suoi parenti al telefono, e così le amiche ("Ma come ti è venuto in mente? Nella tua situazione, sei matta? Non puoi proprio...") e chissà che avrebbe detto il suo datore di lavoro se lo avesse saputo...

Claudia si mette in azione. Telefona agli amici alla ricerca di un contatto con qualche istituzione di difesa della vita. È un veloce tam tam, perché lei non ha il telefono di Ofelia e deve poterle proporre un'alternativa prima della chiusura serale: domani è il suo giorno libero e intende andare a qualche consultorio per prendere accordi. Trova il contatto, va da Ofelia, la fa parlare direttamente con il suo cellulare. Ofelia sembra contenta di aver trovato qualcuno disposto ad aiutarla. Decide di non andare al consultorio ma di incontrare questa persona del Movimento per la Vita.

Tutto bene: molto contenta dell'incontro, si dice decisa a tenere il bambino. La settimana prossima andrà alla sede del Movimento. Qualche preoccupazione solo per il fatto che con Claudia e con quella del Movimento sembra dire cose diverse, ma forse è solo la difficoltà con la lingua. Intanto c'è una cordata di persone che pregano per lei.

La settimana dopo Ofelia non va all'appuntamento. Non risponde al telefono. Solo dopo qualche giorno è il suo compagno che trova carino che qualcuno si interessi al loro bambino e la incoraggia a rispondere. Riprendono i contatti e le speranze, ma dura solo fino a quando viene licenziata, probabilmente perché al lavoro si è saputo della sua gravidanza.

Fine dei contatti. Nessuna possibilità di vederla, non essendo più presente al lavoro. Dopo un paio di settimane un laconico sms informa Claudia dell'avvenuto aborto.

Erano due gemelli.

Avrei voglia di arrabbiarmi, ma in questo momento provo soltanto tristezza. La Messa di domani sarà per i due piccini... e per tutti i personaggi coinvolti in questa storia.

2 commenti:

agapetòs ha detto...

Che tristezza... Miseatur nostri Omnipotens Deus
Giovanni

Rosaspina ha detto...

Speravo proprio che ce l'avrebbe fatta a tenerli . . . che tristezza!

Ciao, R